“L’individuo, separato dalle relazioni comunicative entro cui è inserito, si dissolve e la famiglia non esiste se non come con-posizione di individui.”

Valeria Ugazio

L’ORIENTAMENTO SISTEMICO – RELAZIONALE


Il modello teorico a cui si fa riferimento fonda le radici nell’orientamento sistemico-relazionale a stampo costruzionista.


L’approccio sistemico-relazionale considera la famiglia un sistema all’interno della quale, attraverso la conversazione, si costruiscono significati condivisi**.

L’individuo cresce all’interno di tale conversazione e, attraverso l’interazione costante con i diversi membri della famiglia, partecipa attivamente alla costruzione e modificazione di quel preciso sistema di significati familiari.

Già da bambino, infatti, acquisisce in maniera precoce le competenze relazionali necessarie a restare collegato al proprio sistema di appartenenza e lo stesso sviluppo cognitivo viene mediato dalle relazioni affettive e sociali con gli adulti di riferimento.

La mente, perciò, è una costruzione relazionale e sociale e può essere definita “mente conversazionale” ***.

Secondo questa ottica, il malessere del singolo individuo è espressione del malessere dell’intero sistema di appartenenza e i sintomi spesso rappresentano un tentativo di soluzione delle difficoltà relazionali in cui sono coinvolti tutti i membri della famiglia.

Da queste premesse ne consegue che, in un processo terapeutico, l’attenzione sia rivolta non solo al singolo individuo, ma all’intero contesto relazionale in cui è inserito: solo attraverso l’avvio di un processo di cambiamento della conversazione familiare, di cui tutti i membri sono artefici, è possibile ripristinare una condizione di benessere.

** Valeria Ugazio "Storie permesse e storie proibite"
*** Miriam Gandolfi "La tessitura del cambiamento"