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Non solo Test! DSA e Diagnosi Differenziale

Non solo Test! DSA e Diagnosi Differenziale

La diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento non è semplice, poiché nel processo di apprendimento entrano in gioco molteplici fattori di tipo ambientale, organico, didattico, emotivo.

Lo strumento principale per formulare la diagnosi è la somministrazione di test specifici che indagano le abilità di letto-scrittura e di calcolo. Tuttavia, il raggiungimento di determinati livelli numerici nei test, se è condizione necessaria per diagnosticare il Disturbo Specifico di Apprendimento non è di per sé condizione sufficiente.

È molto importante analizzare accuratamente vari fattori che non implicano la presenza di DSA e che possono influire negativamente sul processo di apprendimento.

Bisogna anzitutto verificare che non vi siano deficit a livello sensoriale (visivo o uditivo) poiché, in tal caso, i problemi di letto-scrittura deriverebbero dalla difficoltà a discriminare i suoni o gli stimoli visivi.

In secondo luogo, è necessario escludere la presenza di ritardo cognitivo; i DSA sono legati esclusivamente all’automatizzazione dei meccanismi sottesi ai processi di lettura di scrittura e di calcolo e non hanno nulla a che vedere con il livello di intelligenza. Si può anzi affermare che i bambini con DSA abbiano mediamente un buon livello cognitivo.

Un altro ordine di fattori riguarda il percorso didattico in cui il bambino è stato inserito, che può aver creato condizioni penalizzanti per l’efficacia dell’apprendimento.

Non si devono neppure tralasciare valutazioni in merito alla sfera emotiva: elementi quali un’eccessiva timidezza, un vissuto d’ansia forte, la presenza di fobia scolare, possono incidere in maniera significativa sul processo di apprendimento.

Infine, è indispensabile analizzare il contesto di appartenenza del bambino; sulla qualità dell’apprendimento, per esempio, può creare maggiori difficoltà un ambiente familiare poco stimolante oppure l’utilizzo di lingue diverse tra il contesto familiare e quello scolastico, che obbligano il bambino ad utilizzare continuamente codici diversi a livello di fonemi e grafemi.

Una corretta diagnosi differenziale è premessa indispensabile per l’individuazione dei piani di intervento più efficaci.

Dott.ssa Alessia Galli – Psicologa dell’eta evolutiva e Psicoterapeuta

 

 

DSA, un primo inquadramento

DSA, un primo inquadramento

Cosa si intende per DSA?

La sigla raggruppa quelle difficoltà che riguardano l’ambito scolastico e che vengono definite come Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Tra loro troviamo le difficoltà di lettura – dislessia, di scrittura- disortografia o di calcolo – discalculia. Si tratta di difficoltà legate esclusivamente all’acquisizione e all’automatizzazione dei rispettivi processi..

Spesso il bambino con DSA viene ritenuto pigro, svogliato, chiuso. Molte volte il suo atteggiamento è legato agli insuccessi che sperimenta quotidianamente.

Alcune delle difficoltà più tipiche sono:

  • Inversioni di lettere (d/b, s/z) o di numeri (13/31),
  • Incapacità di imparare le tabelline,
  • Difficoltà ad esprimere correttamente un pensiero,
  • Difficoltà a comprendere un testo scritto,
  • Difficoltà a copiare dalla lavagna,
  • Difficoltà a memorizzare concetti temporali (stagioni, mesi, giorni) o ad organizzare anticipatamente il tempo.

Un errore frequente è quello di pensare che il DSA sia legato ad una scarsa intelligenza. Tutt’altro!

Questi bambini sono, generalmente, molto brillanti dal punto di vista cognitivo.

Riconoscere le difficoltà è fondamentale: grazie ad una corretta diagnosi (effettuabile dal completamento della 2^ classe della scuola primaria) è possibile aiutare il bambino a trovare il proprio canale di funzionamento più efficace, migliorandone l’autostima e correggendo la sua falsa convinzione di non essere intelligente.

 

Alessia Galli – psicologa dell’età evolutiva, psicoterapeuta