IL PERCHÉ DEL NOME

Ciò che accade su un tandem in movimento rappresenta in modo efficace il modo di operare del Centro. 

Anzitutto, su un tandem nessuno è solo un passeggero, nessuno è spettatore passivo. Tutti sono passeggeri ma, al tempo stesso, tutti devono anche pedalare: cioè impegnarsi per fornire l’energia necessaria per muoversi. 

Inoltre, sul tandem non tutti mantengono lo stesso ruolo durante l’intero percorso: infatti solo a qualcuno tocca, di volta in volta, stabilire la direzione di marcia. Agli altri, quando non tengono il manubrio, è richiesto un “investimento di fiducia” in chi guida. 

Ancora, il tandem non viaggia su binari, come il treno, non ha un itinerario predefinito in partenza: ma, data la meta da raggiungere, costruisce il percorso migliore tenendo conto delle condizioni concrete. 

Infine, per far procedere il tandem sicuro e veloce, non basta che tutti pedalino forte: devono anche pedalare in modo sincronico, coordinato, affiatato: ciascuno deve tener conto di come pedalano gli altri.

Il Centro vuol operare in questo modo a tre livelli:

  • in primo luogo, come metodo di lavoro interno all’équipe: professionisti con competenze diverse che lavorano insieme in modo sinergico, integrato, arricchendo reciprocamente le proprie conoscenze e la propria visione. 
  • inoltre, come metodo proposto a chi si rivolge al Centro portando il proprio vissuto e i propri problemi: non sarà “oggetto” passivo di un intervento standardizzato ma “soggetto” attivo e impegnato di un percorso condiviso da costruire insieme. 
  • Infine, come metodo di approccio e soluzione dei problemi, orientato ad allargare lo sguardo fino ad includervi virtualmente (cioè a considerare parte dell’equipaggio del tandem) anche coloro che fanno parte del sistema delle relazioni significative dell’individuo. 

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